AVVISO – Ulivi monumentali: approvazione elenco definitivo ed aggiornamento elenco provvisorio

Pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 46 del 27 marzo 2013 la deliberazione della Giunta regionale n. 357 del 7 marzo 2013, emanata in applicazione dell’art. 5 della Legge Regionale n. 14 del 04-06-2007 “Tutela e valorizzazione del paesaggio degli ulivi monumentali della Puglia”.

Il provvedimento, nell’approvare l’elenco definitivo degli ulivi monumentali, aggiorna l’elenco provvisorio prodotto dalla SIT srl.
L’elenco aggiornato è reso noto mediante la pubblicazione esclusiva in via telematica sul portale ambientale della Regione Puglia, all’indirizzo web:
http://ecologia.regione.puglia.it/ulivimonumentali.
Eventuali motivate opposizioni da parte dei proprietari dei suoli devono essere inoltrate al Servizio Ecologia via delle Magnolie 6/8 – 70026 – Modugno, entro e non oltre trenta giorni dalla pubblicazione del provvedimento nel Bollettino Ufficiale della regione Puglia.
Decorsi 30 giorni si provvederà all’approvazione in via definitiva dell’elenco aggiornato con le nuove integrazioni.

Fotovoltaico, nuove chance per le aziende agricole.

Dopo il divieto di istallare i pannelli a terra, c’è spazio per i piccoli impianti: copertura dei fabbricati rurali, serre e autoconsumo le tre priorità del nuovo sistema di incentivazione. 

Alla luce degli ultimi aggiornamenti pubblicati sul sito GSE (9 febbraio 2013), “il Contatore Fotovoltaico”  registra un valore rivisto al ribasso di circa 3.6 milioni di Euro e 30 MW di potenza in meno. Tale ribasso è dovuto essenzialmente all’attività di controllo e verifica sugli impianti che il GSE ha posto in essere e che ha determinato l’esclusione o il declasso delle tariffe incentivanti di diversi impianti.
Il raggiungimento della soglia massima di spesa, 7.6 miliardi di euro è comunque prossimo, si parla di maggio/giungo, anche se un margine di incertezza lo lascia ancora l’apertura del 2 registro.
Al di la delle previsioni più o meno realistiche si dovrà attendere la chiusura del registro, più impianti entreranno a registro, minori saranno le risorse residue per completare il contingente massimo di spesa; dopodiché, il fotovoltaico dovrà fare a meno degli incentivi e il suo futuro dipenderà da eventuali nuovi interventi che il governo saprà o vorrà mettere in piedi.
In ogni caso è di estrema attualità la discussione sugli scenari post-incentivi, che coinvolge direttamente il mondo delle imprese, gli aspetti normativi ed il mercato. È quanto emerso dal meeting “Solarbrain” tenutosi il 12 febbraio u.s. a Milano. Non si può non considerare infatti che nell’ultimo decennio l’Italia ha prodotto un notevole patrimonio aziendale e di know how tecnico sul fotovoltaico e tale ricchezza non può essere dissipata per la mancanza di indirizzi precisi, ma anzi, è chiamata a fare blocco, per realizzare nuove idee e strategie comuni.
Non sono preclusi infatti ulteriori sviluppi normativi in materia, partendo da eventuali semplificazioni burocratiche, detrazioni fiscali su investimenti o altro, ma chiaramente, questo dipenderà strettamente dagli indirizzi del governo che verrà.

L’andamento del mercato europeo e internazionale
In tutto questo uno sguardo anche al contesto internazionale ed europeo in particolare può dare delle indicazioni importanti. L’EPIA (European Photovoltaics Industry Association) nel presentare gli scenari mondiali sul fotovoltaico ha stabilito che per il mercato fotovoltaico europeo il 2012, seppur segnato da una flessione del 27% , è stato il secondo miglior anno di sempre.
A livello mondiale invece il calo congiunturale si è fermato a un 4% .Un dato molto interessante è che in soli tre anni, dal 2010 al 2012, la quota europea sul mercato mondiale è scesa dall’80 al 55%. Questo dà conto di come da un lato il mercato europeo abbia già dato tanto, e dall’altro di quanti nuovi mercati si stiano affacciando alla ribalta. Questo calo del peso relativo dell’Europa è però da interpretare positivamente, perché riflette una forte diversificazione geografica degli sbocchi di mercato, e quindi una riduzione del rischio regolatorio, che è un po’ la ‘bestia nera’ del settore. In totale ad oggi risultano installati in Europa quasi 70 GW, di cui il 50% nelle sole Germania e Italia (EPIA 2013)
I mercati europei ed extraeuropei hanno ancora potenziali di sviluppo notevoli, per cui appare necessario intraprendere iniziative tali da favorirne la penetrazione da parte delle aziende italiane.

La situazione del fotovoltaico in Italia
A livello nazionale le aziende italiane sono in condizioni piuttosto complicate, la concorrenza tra i produttori italiani ed i cinesi appare impari, se non supportata da misure in qualche modo protezionistiche come il premio aggiuntivo per i prodotti UE previsto nel Conto energia, tuttavia il MiSE stima, secondo quanto indicato nella SEN (Strategia Energetica Nazionale) un potenziale per l’edilizia di quasi 2 GW/anno che potrebbe anche aumentare per le norme sui nuovi edifici che prevedono l’obbligo di impiego di energie rinnovabili per la climatizzazione estiva ed invernale (circa 200 MW).
Tuttavia i reali problemi del comparto italiano riguardano senza dubbio i costi degli investimenti, ancora troppo elevati da non compensare l’effetto grid-party che si comincia ad affermare e il calo del prezzo dei pannelli nell’ordine del 70% negli ultimi 2 anni (Zingale, su Innovation Cloud 2013).
Ancora la perdita di posti lavoro dovuta al brusco rallentamento nelle istallazioni fotovoltaiche è un dato su cui riflettere (il GIFI – Gruppo Imprese Fotovoltaiche Italiane, stima già 6.000 posti persi), tuttavia, se si riuscirà ad aver la capacità di internazionalizzarsi, se si riusciranno a garantire qui 2 GW/anno fino al 2020 e se il mercato domestico indirizzato verso una quota sempre maggiore di autoconsumo continuerà a garantire gli attuali tassi di rendimento sull’investimento, il settore non è destinato a scomparire, alla luce anche delle recenti novità introdotte ad esempio per la climatizzazione a pompa di calore dal “Conto termico” (DM 28/12/2012).
In particolare quest’ultima iniziativa è stata accolta con favore dagli operatori del settore. Infatti rispetto alle detrazioni fiscali del 55%, rappresenta un meccanismo più vantaggioso, sono “soldi in tasca”, di ammontare certo e su un periodo breve di 2 anni (mentre le detrazioni fiscali, spalmate su periodo di 10 anni, di fatto rendevano l’incentivo poco attraente).
Tuttavia non è esente da critiche: c’è chi sostiene ad esempio che, definendo un corrispettivo al m2 , di fatto vada nella direzione opposta al premiare le tecnologie più efficienti e poi, le procedure burocratiche sono ancora troppo onerose, tanto da risultare in alcuni casi maggiori dell’incentivo corrisposto (come denuncia Assolterm). Non ultima, la non cumulabilità degli incentivi del conto termico con i certificati bianchi per i progetti di efficienza energetica rende il sistema ancora non pienamente conveniente.
In attesa dell’uscita delle linee guida tecniche per valutare meglio gli esiti del nuovo decreto, il Conto termico rappresenta comunque un importante iniziativa che se ben sfruttata, potrà contribuire a garantire la sopravvivenza del fotovoltaico anche dopo il V conto energia.
Le prospettive per le aziende agricole italiane
L’era dei grandi impianti fotovoltaici su terreni agricoli è definitivamente giunta al termine, ma le aziende agricole hanno ancora l’opportunità di beneficiare degli incentivi per il proprio fabbisogno energetico (il V CE impedisce infatti la realizzazione di impianti fotovoltaici a terra su aree agricole, attività di fatto già notevolmente ridimensionata dal IV CE).
Di seguito si propone un confronto desunto dai dati del VI Censimento agricoltura ISTAT, con valori rilevati al 2010. Il dato che emerge è indicativo, anche se probabilmente sottostimato, visto il grande boom del fotovoltaico registratosi in particolare nel biennio 2011-2012. È evidente  come anche in agricoltura, tra le diverse fonti rinnovabili, il fotovoltaico l’abbia fatta da padrone.
Su un totale di 21.573 impianti per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile di proprietà di aziende agricole, (comprendendo tutte le tecnologie disponibili eolico, biomasse, biogas, idroelettrico, e altre,) gli impianti fotovoltaici sono 17.293, poco significativi gli impianti eolici, 428, idroelettrici, 483 ed il biogas, 332, mentre più presenti le biomasse con 2.025 impianti (vd. tab.)

 
fonte: elab.Inea su dati censimento Istat

È inoltre da sottolineare come la maggior parte degli impianti sia stato realizzato dalle aziende, per lo più nel nord-est, con superficie compresa tra i 5 ed i 20 ettari. Il che testimonia come le rinnovabili, oltre a garantire ritorni importanti per i grandi investitori, rappresentano ad oggi un modo per integrare i redditi diversificando le attività aziendali.
Senza entrare ulteriormente nell’analisi dei dati, si vuole in questa sede ricostruire brevemente quanto accaduto fino a giungere alla situazione sopra descritta nelle tabelle.
Bisogna segnalare in questo scenario la grande corsa da parte dei colossi dell’energia, dapprima in generale contrari alle rinnovabili e poi attratti dai facili e cospicui guadagni che il fotovoltaico in particolare garantiva, ad accaparrarsi, a costi anche contenuti, grandi terreni agricoli, per la realizzazioni di vere e proprie “centrali fotovoltaiche”, anche nell’ordine di diversi MW di potenza.
Questo ha portato ad un primo effetto allarmante per il settore agricolo, la perdita di produzioni alimentari anche di qualità con conseguente alterazione delle aree rurali ad alto valore paesaggistico. Si è scatenata nel primo decennio del 2000 una vera e propria corsa al terreno agricolo, garantendo al proprietario rendite assai più elevate rispetto al terreno messo a produzione mediante o l’acquisto diretto del fondo o contratti bilaterali di concessione del diritto di superficie.
Il fenomeno ha assunto dimensioni tali da spingere negli anni le Istituzioni, in primis il MIPAAF, a porre in essere mediante tavoli di concertazione con associazioni agricole, imprese, enti territoriali, iniziative atte a ridimensionare decisamente il problema anche dal punto di vista normativo.
Come detto, già il IV CE prevedeva tra le altre cose il limite del 10% dalla SAU dell’azienda, per la realizzazione di impianti a terra; successivamente, con il V CE anche tale possibilità è stata vietata.

Il fotovoltaico in agricoltura tuttavia non è completamente fermo, resta in vigore la possibilità di realizzare impianti fotovoltaici su fabbricati rurali, purchè appartenenti a determinate categorie catastali (D/10,  A/6 C/6 prima dell’entrata in esercizio dell’impianto) e anzi, nel rispetto dei principi ispiratori di tutti i nuovi decreti a sostegno della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, per incoraggiare ulteriormente la realizzazione di impianti atti a soddisfare le reali  necessità energetiche aziendali, sono previsti premi aggiuntivi per la smaltimento e la sostituzione di tetti in ethernit, assai diffusi in molti capannoni e edifici di aziende agricole. Agli impianti sui fabbricati rurali si applica la tariffa media tra quelle previste per le categorie di incentivazioni applicate a “impianti su edifici” e “altri impianti”.
Analogo discorso vale per le serre, dove i moduli fotovoltaici costituiscono gli elementi costruttivi della copertura e le stesse, a seguito dell’intervento, che presentino un rapporto tra la proiezione al suolo della superficie totale dei moduli fotovoltaici installati sulla serra e la proiezione al suolo della superficie totale della copertura della serra stessa non superiore al 30% (in alcuni casi al 50%).
Certo gli incentivi sono molto più bassi rispetto al passato, ma sempre maggiori se riferiti alla media europea. Registri, burocrazia e contingenti di spesa non facilitano gli investimenti, ma per le aziende agricole interessate soddisfare il proprio fabbisogno energetico mediante l’impegno di energie pulite, il fotovoltaico resta ancora un soluzione percorribile.  Le nuove tariffe infatti, oltre a stabilire premi aggiuntivi per l’utilizzo di prodotti UE e le completa rimozione dell’ethernit o amianto, sono modulate prevedendo un premio fisso onnicomprensivo per l’energia prodotta più un premio per l’energia auto consumata.

(Fonte: Stefano Fabiani– Pianeta PSR numero 19 marzo 2013)

Agriturismo, arriva la carta d’identità. Fissati i criteri di classificazione nazionale sulla base dei servizi offerti e un logo nazionale “Agriturismo Italia” – Segmentazione in cinque categorie come per gli alberghi.

Nella Gazzetta Ufficiale n. 54 del 6 marzo 2013, è stato pubblicato il decreto con il quale il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali ha emanato i criteri omogenei di classificazione delle aziende agrituristiche. Questo provvedimento ministeriale discende dall’attuazione dell’art. 9, comma 2, della legge n. 96/2006 recante “disciplina dell’agriturismo”.

L’agriturismo è un modello tipicamente italiano e rappresenta la principale espressione della multifunzionalità in agricoltura. L’Italia è infatti l’unico paese europeo ad avere una legislazione specifica che ne definisce gli aspetti, le tipologie e le finalità per la valorizzazione del patrimonio rurale e del territorio nazionale, demandando alle Regioni e alle Province autonome il compito di definire e caratterizzare l’attività agrituristica locale mediante l’emanazione di appositi provvedimenti legislativi.
L’altro elemento distintivo è rappresentato dal fatto che la legislazione nazionale e regionale colloca l’agriturismo a pieno titolo fra le attività agricole, rappresentando per l’agricoltore un’integrazione del reddito aziendale.

Il sistema di classificazione unitario delle aziende agrituristiche rappresenta un’esigenza fortemente avvertita dagli operatori, a partire dalla prima legge che ha disciplinato il settore nel 1985. Inoltre, l’esistenza di disomogenei regimi di classificazione presenti nelle Regioni italiane caratterizzati dall’uso di differenti simbologie (spighe, margherite, fiori, quadrifogli ecc.) ha generato un certo disorientamento nel pubblico, creando non poche difficoltà al settore, specialmente  per quanto riguarda l’immagine dell’agriturismo italiano nei mercati esteri.

La definizione dei criteri omogenei di classificazione delle aziende agrituristiche è il risultato di una lunga e proficua collaborazione tra il Ministero delle politiche agricole, le Regioni e le Associazioni agrituristiche che ha avuto luogo nell’ambito dell’Osservatorio nazionale dell’agriturismo, organismo che, istituito alla fine del 2009 ai sensi dell’art. 13 della legge nazionale 96/2006, ha concluso la sua attività per effetto delle disposizioni contenute nel decreto legge del 6 luglio 2012, n. 95, convertito in legge nell’agosto successivo (“spending review”).

Elaborata tenendo conto delle attuali tendenze della domanda del mercato agrituristico in ambito nazionale ed estero, la metodologia di classificazione unitaria è costituita da una griglia di valutazione di parametri omogenei delle aziende agrituristiche, che tengono conto del livello di comfort della struttura ricettiva, della qualità del contesto ambientale, delle caratteristiche dell’azienda e dei servizi che è in grado di offrire, in termini di valorizzazione dei prodotti tipici locali, del paesaggio e dei territori.
La metodologia introdotta mira a garantire una identità ed un valore ufficiale all’agriturismo nazionale e deve essere considerata come uno strumento in continua evoluzione, in quanto soggetta, dopo l’iniziale applicazione, agli eventuali adeguamenti che il settore richiederà.
La classificazione potrà in tal modo dare testimonianza non solo del grado di “maturità” turistica raggiunto dagli imprenditori agricoli italiani, ma anche della loro capacità di valorizzare, attraverso l’ospitalità, il patrimonio paesaggistico, enogastronomico e naturalistico dei territori.

Va precisato che la metodologia di classificazione delle aziende agrituristiche tende a differenziare l’offerta agrituristica sulla base di parametri riguardanti le caratteristiche qualitative soggettive dei servizi offerti che diano con immediatezza l’idea degli standard qualitativi e di confort, prescindendo dagli aspetti oggettivi dei servizi fruiti.

In sostanza, la classifica spiega cosa offre l’azienda, non come lo offre, rimandando alle politiche promozionali degli operatori e delle associazioni di categoria il compito di promuovere e differenziare al meglio l’offerta agrituristica.
Bisogna ricordare che, al momento, il sistema di classificazione si applica alle sole aziende che offrono l’ospitalità.
Alla griglia di valutazione, valida per l’intero territorio nazionale, è associata una scheda metodologica che riporta una procedura di applicazione dei requisiti per consentire l’opportuna personalizzazione del sistema di classificazione a livello regionale, nel rispetto e a garanzia delle peculiarità locali, come previsto dallo stesso art. 9 della legge.

Il provvedimento ministeriale fornisce anche un marchio nazionale dell’agriturismo che include un modulo grafico di indicazione della classifica; in tal modo,come gli alberghi, anche gli agriturismi saranno classificati in cinque categorie.

Il logo ha come obiettivo la riconoscibilità da parte del consumatore delle autentiche caratteristiche dell’agriturismo italiano.

Il marchio “agriturismo Italia” e il sistema nazionale di classificazione sono strumenti importanti per:

  • identificare con chiarezza le aziende agrituristiche;
  • realizzare una maggiore trasparenza del mercato;
  • migliorare la qualità dell’offerta;
  • favorire l’inserimento dell’agriturismo nei grandi sistemi promo-commercializzazione.

Il logo potrà essere utilizzato dalle imprese agrituristiche italiane in regola con i requisiti di legge, in accordo e secondo le procedure stabilite delle Amministrazioni Regionali e Province Autonome competenti per territorio.
Il decreto stabilisce all’art. 2 che entro 12 mesi dovrà essere emanato un provvedimento ministeriale con il quale saranno definite le modalità di utilizzo del marchio.

Sarà importante riuscire a definire in questo lasso di tempo un programma operativo in grado di fornire alle Amministrazioni regionali gli strumenti per una corretta applicazione del marchio. In tal senso l’utilizzo del marchio nazionale non potrà prescindere dalla presenza di una procedura di controllo e dall’adozione del repertorio degli agriturismi.

In Italia, l’agriturismo nel 2011 è arrivato ad interessare più di 20 mila aziende agricole, per 215 mila posti letto, 9.500 piazzole per campeggio, 400 mila posti tavola. Negli ultimi dieci anni, gli agriturismi sono quasi raddoppiati di numero, caratterizzandosi sempre più anche per l’offerta di attività didattiche, passeggiate a cavallo, escursioni in bicicletta, degustazioni guidate di specialità agroalimentari tradizionali.
E’ importante sottolineare che il settore agrituristico continua ad alimentare anche il motore del turismo enogastronomico, componente sempre più importante dell’offerta turistica made in Italy.

Scarica il testo del decreto (5.37 MB)

(Fonte: Pietro Schipani – PianetaPSR numero 19 marzo 2013)

AVVISO – Tirocini al Parlamento europeo

Il Parlamento europeo offre diverse possibilità di tirocinio all’interno del suo Segretariato generale.

Dal 15 marzo al 15 maggio è possibile inviare la propria candidatura per i tirocini Robert Schuman (per laureati) e per il programma pilota per persone con disabilità.

Tirocini Robert Schuman
I candidati ai tirocini Robert Schuman, devono necessariamente avere conseguito un diploma universitario. È possibile presentare la propria candidatura per le opzioni generale o giornalismo. Quest’ultima implica il possesso di una specifica competenza professionale comprovata da pubblicazioni, o dall’iscrizione all’ordine dei giornalisti di uno Stato membro dell’Unione Europea, o dall’acquisizione di una formazione giornalistica riconosciuta negli Stati membri dell’Unione Europea o negli Stati candidati all’adesione.

Programa pilota di tirocini per persone con disabilità
Il Parlamento europeo promuove le pari opportunità e incoraggia donne e uomini con disabilità a presentare domanda per partecipare ai suoi programmi di tirocinio. Offre tirocini retribuiti alle persone con disabilità, come misura di azione positiva volta ad agevolarne l’integrazione sul posto di lavoro.
Tali tirocini sono concessi sia a chi possieda un diploma di laurea rilasciato da università o da istituti equivalenti sia a chi possieda qualifiche di livello inferiore a quello universitario.

Per saperne di più:
Sito del Parlamento europeo

8 milioni di euro di investimenti, 84 attività finanziate, 178 posti di lavoro: come sta cambiando il territorio con il Gal Fior d’Olivi

Otto milioni di euro di investimenti sul territorio, più di quattro milioni e mezzo di contributi FEASR impegnati o spesi dal Gal Fior d’Olivi, per un totale di ottantaquattro attività finanziate, di cui sessantatré completamente nuove. Senza contare la nascita di tre itinerari dedicati a gusto, fiori e chiese rurali in grado di favorire la crescita di un modello sostenibile di sviluppo turistico legato alla promozione delle risorse naturali, agricole, culturali ed enogastronomiche di Bitonto, Giovinazzo e Terlizzi.

Questa l’estrema sintesi dei risultati che il Gal Fior d’Olivi ha ottenuto in questa prima fase di programmazione.

Uno tsunami di novità investirà in queste settimane il territorio, ormai prossimo ad accogliere l’apertura delle prime strutture in procinto di concludere i lavori previsti.

In particolare, in una zona particolarmente ricca di storia, cultura e tradizione, mai realmente valorizzata per quel che merita, stanno per sorgere 11 agriturismi, 8 masserie didattiche, 2 fattorie sociali, 24 attività e progetti di promozione del territorio e 28 bed and breakfast.

Notevole l’impatto sull’economia. Oltre all’aumento di posti di lavoro, con 178 occupati complessivi previsti dai progetti presentati e finanziati, saranno circa 180 i nuovi posti letto e quasi 500 i posti tavola, che consentiranno a Bitonto, Giovinazzo e Terlizzi di esprimere un potenziale turistico finalmente in grado di competere ad ogni livello.

Analizzando i risultati aggiornati alla fine di dicembre 2012, emerge come sia Bitonto il Comune che più ha risposto alle opportunità offerte dal Gal Fior d’Olivi, con 52 progetti finanziati per un investimento totale di 4 milioni di euro. Segue, a ruota, Terlizzi con 39 proposte approvate e 3 milioni di euro di investimento, e chiude Giovinazzo con 13 attività finanziate e 1 milione di euro di investimento totale.

Giovinazzo, l’unica città in grado di collegare la terra ed il mare, sarà inoltre protagonista nel mese di giugno del primo grande evento del Gal Fior d’Olivi. Una manifestazione, in fase di preparazione e perfezionamento, che sarà un viaggio tra tradizione, sostenibilità ed innovazione, una vetrina per le aziende del territorio con uno sguardo sulla Puglia.

L’attività del Gal Fior d’Olivi, però, non si ferma certo qui.
Nelle prossime settimane si conosceranno i risultati dell’istruttoria delle domande di aiuto in arrivo per la Misura 323 Azione 1, relativa alla tutela e alla riqualificazione del patrimonio rurale.
Con i contributi attivati da questa Misura si darà lustro agli immobili finanziati, sottoposti a vincolo dalla Sovrintendenza o segnalati dal PUTT della Regione Puglia, di alto valore storico ed artistico per il territorio di Bitonto, Giovinazzo e Terlizzi.

Fino ad aprile, poi, sarà possibile presentare ulteriori progetti per nuovi agriturismi e masserie didattiche, oltre che per la nascita di microimprese non agricole.
Con la prima apertura della Misura 312, relativa al sostegno allo sviluppo e alla creazione di microimprese, sono stati undici i progetti approvati.

 Entro l’anno, infine, saranno aperti nuovi canali di finanziamento per le energie rinnovabili, la formazione ed i servizi alla popolazione rurale.

 “L’attività sino ad ora svolta, grazie all’impegno di tutto il CdA e di tutto lo staff tecnico, e grazie alla caparbietà degli imprenditori del territorio, ha permesso al GAL FIOR d’OLIVI di raggiungere importanti obiettivi di spesa – ha dichiarato il Presidente del CdA del Gal, Gennaro Sicolo Con il 28, 19% siamo tra i Gruppi di Azione Locale in Puglia capaci di spendere più risorse sul territorio e questi risultati ci permettono di essere in linea con gli stessi obiettivi di spesa della Regione Puglia e di evitare in questa maniera la restituzione dei finanziamenti europei attraverso il meccanismo del disimpegno automatico”.

“Questi risultati sono una risposta concreta a chi ha nutrito e nutre dubbi sull’opportunità e l’utilità del Gal sul nostro territorio – ha proseguito il Presidente Sicolo -. Il Gal Fior d’Olivi è un’agenzia di sviluppo territoriale che sta dimostrando di saper fare sistema e di saper dare a Bitonto, Giovinazzo e Terlizzi nuove opportunità di crescita e sviluppo”.

È possibile visionare la presentazione degli obiettivi raggiunti dal GAL FIOR D’OLIVI al 31-12-2012 al seguente indirizzo: https://www.galnuovofiordolivi.it/oldsite/animazione/monitoraggio/

Uno scambio di buone prassi sull’utilizzo dei fondi comunitari: 4 tecnici portoghesi visitano il Gal

Uno scambio di buone prassi, un viaggio nel lavoro che il Gal Fior d’Olivi svolge quotidianamente sul territorio di Bitonto, Giovinazzo e Terlizzi per capire come vengono distribuiti e sfruttati i finanziamenti comunitari.

Questo lo scopo della visita di quattro esperti della formazione del Portogallo, giunti in Italia nell’ambito di “Leonardo Da Vinci 2012 Mobilità Vetpro – Transnational training skills”, progetto organizzato da ‘Sinergia Società Cooperativa Sociale’ di Bitonto, cooperativa che si occupa di progettazione e formazione, e dalla Associação Animam Viventem di Cascais – Portogallo.

Nelle due settimane di soggiorno in Italia, i rappresentanti delle organizzazioni portoghesi avranno modo di approfondire i temi della formazione e dell’uso dei fondi comunitari per il finanziamento di progetti e attività formative nella Regione Puglia, attraverso visite ed incontri con organizzazioni ed enti pubblici e privati.

In questo contesto è stata programmata, giovedì mattina, la giornata presso la sede del Gal Fior d’Olivi a Terlizzi.
Accolti dal direttore tecnico, Oronzo Amorosini, e dallo staff, gli esperti lusitani hanno ricevuto utili informazioni sul Gal Fior d’Olivi, sull’utilizzo delle risorse dell’Asse 3 del PSR Puglia gestite dal Gruppo di Azione Locale, sulle procedure di attuazione, sulle Misure del Piano di Sviluppo Locale e, in particolare, sulla Misura 331 Azione 1, il cui bando di prossima pubblicazione permetterà ai potenziali beneficiari di Bitonto, Giovinazzo e Terlizzi di richiedere dei buoni per la formazione.

La Regione, in particolare, sta provvedendo alla definizione di un catalogo regionale dell’offerta formativa, attraverso la selezione di enti ed organismi che effettueranno le azioni  di formazione a favore dei soggetti beneficiari del voucher formativo.

 Soddisfatto il direttore Oronzo Amorosini: “Aver avuto la possibilità di ospitare un gruppo di professionisti portoghesi presso la nostra sede ci permette di scambiare esperienze e buone prassi e, soprattutto,  di ampliare la rete di organismi ed enti europei con cui instaurare rapporti di collaborazione e partnership in vista di candidature a bandi comunitari, come è già successo con un avviso LLP Grundtvig dove il GAL, con altri partner italiani ed europei, ha candidato un progetto come soggetto capofila”.

AVVISO – Misura 311 Azione 5bis Biomasse, incontro a Terlizzi venerdì 15 marzo (ore 16)

 

Come noto il PSL del GAL FIOR D’OLIVI prevede Risorse finanziarie Health Check (HC) per la Misura 311 Az. 5bis Biomasse (risorse esclusivamente destinate alla produzione di energia da biomasse che non possono essere spostate su altre Misure del PSL) per Euro 561.704,00 con un contributo pari al 40% dell’investimento.

A seguito di una rimodulazione finanziaria del PSR Puglia, le risorse HC disponibili per il PSL del GAL FIOR D’OLIVI ora ammontano ad Euro 219.979,00.

Considerato che le risorse così disponibili non sono sufficienti a sostenere la realizzazione di un impianto a biomasse e valutata, da parte della Autorità di Gestione, la possibilità di spostare le risorse HC residue tra GAL, il GAL FIOR D’OLIVI organizza per il giorno venerdì 15 marzo 2013, alle ore 16.00, presso la sede del GAL, a Terlizzi in via I. Balbo, S.p. Terlizzi-Mariotto,  un incontro rivolto a soci, imprenditori, associazioni di categoria, tecnici  ed amministratori pubblici,  al fine di verificare se esista da parte di potenziali beneficiari previsti dal bando (imprenditori agricoli singoli o associati) l’immediata, reale e concreta possibilità di realizzare impianti a biomasse sul territorio di Bitonto, Giovinazzo e Terlizzi.

AVVISO – Principi Attivi 2012: la graduatoria

Con atto n. 42 del 7 marzo 2013, la dirigente del Servizio Politiche Giovanili e Cittadinanza Sociale ha approvato la graduatoria definitiva dei progetti Principi Attivi 2012 e l’elenco definitivo delle domande di candidatura escluse dalla valutazione di merito.

Entrambi i file sono scaricabili a questo indirizzo: http://bollentispiriti.regione.puglia.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=6880:principi-attivi-2012-la-graduatoria&Itemid=1300344

AVVISO – Misura 323 Azione 1: Proroga dei termini per la presentazione delle domande di aiuto e modifica documentazione da presentare

Si comunica che con determinazione della Autorità di Gestione del PSR Puglia 2007-2013 n. 49 del 04-03-2013 è stato emanato il seguente provvedimento in merito alla Misura 323 Azione 1:

  • di prorogare il termine stabilito per il rilascio nel portale SIAN della domanda di aiuto alle ore 12:00 del 25 marzo 2013. Entro il quinto giorno successivo al rilascio sul portale SIAN, la copia cartacea della domanda di aiuto rilasciata sul portale SIAN, sottoscritta  ai sensi dell’art. 38 del DPR n. 445/2004 e corredata di tutta la documentazione riportata all’art. 6 del Bando, dovrà essere inviata, tramite servizio postale a mezzo Raccomandata A/R o corriere autorizzato, in plico chiuso indirizzato al GAL FIOR D’OLIVI. Se la scadenza (quinto giorno) ricade in giorno festivo, essa è prorogata al primo giorno seguente non festivo. Nel calcolo del quinto giorno non si considera quello in cui la domanda è rilasciata.
  • di stabilire che la documentazione di cui all’art. 6 del bando così identificata:

3. Decreto di vincolo diretto o documentazione omologa attestante il riconoscimento dell’interesse storico, artistico, archeologico e paesaggistico dell’immobile oggetto dell’intervento, avvenuto nelle modalità disciplinate dal Codice dei beni culturali e paesaggistici (D.Lgs 42/2004). Nel caso di altri beni storico‐culturali riconosciuti o censiti dal Piano Paesistico Territoriale Regionale, certificato di destinazione urbanistica attestante la presenza del vincolo / segnalazione.

4. Nel caso di interventi di restauro dei beni oggetto del sostegno, copia dell’approvazione, laddove previste dal Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.Lgs 42/2004), o alternativamente copia del parere preventivo della Sovrintendenza.

potrà essere presentata a corredo della domanda di aiuto, o in alternativa, in allegato alla prima domanda di pagamento dell’acconto su Stato Avanzamento Lavori (SAL) ovvero ancora, alla domanda di pagamento del saldo in assenza di alcuna domanda di acconto.

  • di stabilire che in sostituzione della documentazione di cui ai punti 3 e 4 del bando il beneficiario dovrà comunque presentare a corredo della domanda di aiuto, pena la irricevibilità della stessa, copia dei documenti di cui ai seguenti punti:

a. copia della richiesta di riconoscimento dell’interesse storico, artistico, archeologico e paesaggistico dell’immobile oggetto dell’intervento, presentata all’ente di competenza. Nel caso di altri beni storico culturali riconosciuti o censiti dal PUTT/P Puglia, comprese eventuali modificazioni/integrazioni prescritte in sede di formazione dei sottopiani e degli urbanistici generali, certificato di destinazione urbanistica attestante la presenza del vicolo/segnalazione;

b.  copia, nel caso di interventi di restauro dei beni oggetto del sostegno, dell’istanza presentata all’Ente di competenza finalizzata ad ottenere l’approvazione, laddove previste dal Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.Lgs 42/2004), per l’esecuzione degli interventi del progetto.

Bando Misura 323 azione 1 – Proroga al 25 marzo

Così come deciso nell’incontro tra Autorità di Gestione PSR Puglia 2007-2013, dott. Gabriele Papa Pagliardini, e i 25 GAL della Puglia tenutosi in data 01-03-2013, si comunica che è in corso di perfezionamento il provvedimento amministrativo con il quale verrà concessa una proroga dei termini di rilascio delle domande di aiuto a valere sul Bando Misura 323 azione 1, in scadenza il 4 marzo p.v. , alla data del 25 marzo p.v..

Nel medesimo provvedimento sarà prevista la possibilità che, nel caso di interventi di restauro dei beni oggetto del sostegno, la copia dell’approvazione, laddove previste dal Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.Lgs 42/2004), o alternativamente la copia del parere preventivo della Sovrintendenza, possa essere allegaae nella documentazione del primo SAL, mentre per la domanda di aiuto si potrà allegare la sola richiesta inviata alla Sovrintendenza.