Agriturismo, arriva la carta d’identità. Fissati i criteri di classificazione nazionale sulla base dei servizi offerti e un logo nazionale “Agriturismo Italia” – Segmentazione in cinque categorie come per gli alberghi.
Nella Gazzetta Ufficiale n. 54 del 6 marzo 2013, è stato pubblicato il decreto con il quale il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali ha emanato i criteri omogenei di classificazione delle aziende agrituristiche. Questo provvedimento ministeriale discende dall’attuazione dell’art. 9, comma 2, della legge n. 96/2006 recante “disciplina dell’agriturismo”.
L’agriturismo è un modello tipicamente italiano e rappresenta la principale espressione della multifunzionalità in agricoltura. L’Italia è infatti l’unico paese europeo ad avere una legislazione specifica che ne definisce gli aspetti, le tipologie e le finalità per la valorizzazione del patrimonio rurale e del territorio nazionale, demandando alle Regioni e alle Province autonome il compito di definire e caratterizzare l’attività agrituristica locale mediante l’emanazione di appositi provvedimenti legislativi.
L’altro elemento distintivo è rappresentato dal fatto che la legislazione nazionale e regionale colloca l’agriturismo a pieno titolo fra le attività agricole, rappresentando per l’agricoltore un’integrazione del reddito aziendale.
Il sistema di classificazione unitario delle aziende agrituristiche rappresenta un’esigenza fortemente avvertita dagli operatori, a partire dalla prima legge che ha disciplinato il settore nel 1985. Inoltre, l’esistenza di disomogenei regimi di classificazione presenti nelle Regioni italiane caratterizzati dall’uso di differenti simbologie (spighe, margherite, fiori, quadrifogli ecc.) ha generato un certo disorientamento nel pubblico, creando non poche difficoltà al settore, specialmente per quanto riguarda l’immagine dell’agriturismo italiano nei mercati esteri.
La definizione dei criteri omogenei di classificazione delle aziende agrituristiche è il risultato di una lunga e proficua collaborazione tra il Ministero delle politiche agricole, le Regioni e le Associazioni agrituristiche che ha avuto luogo nell’ambito dell’Osservatorio nazionale dell’agriturismo, organismo che, istituito alla fine del 2009 ai sensi dell’art. 13 della legge nazionale 96/2006, ha concluso la sua attività per effetto delle disposizioni contenute nel decreto legge del 6 luglio 2012, n. 95, convertito in legge nell’agosto successivo (“spending review”).
Elaborata tenendo conto delle attuali tendenze della domanda del mercato agrituristico in ambito nazionale ed estero, la metodologia di classificazione unitaria è costituita da una griglia di valutazione di parametri omogenei delle aziende agrituristiche, che tengono conto del livello di comfort della struttura ricettiva, della qualità del contesto ambientale, delle caratteristiche dell’azienda e dei servizi che è in grado di offrire, in termini di valorizzazione dei prodotti tipici locali, del paesaggio e dei territori.
La metodologia introdotta mira a garantire una identità ed un valore ufficiale all’agriturismo nazionale e deve essere considerata come uno strumento in continua evoluzione, in quanto soggetta, dopo l’iniziale applicazione, agli eventuali adeguamenti che il settore richiederà.
La classificazione potrà in tal modo dare testimonianza non solo del grado di “maturità” turistica raggiunto dagli imprenditori agricoli italiani, ma anche della loro capacità di valorizzare, attraverso l’ospitalità, il patrimonio paesaggistico, enogastronomico e naturalistico dei territori.
Va precisato che la metodologia di classificazione delle aziende agrituristiche tende a differenziare l’offerta agrituristica sulla base di parametri riguardanti le caratteristiche qualitative soggettive dei servizi offerti che diano con immediatezza l’idea degli standard qualitativi e di confort, prescindendo dagli aspetti oggettivi dei servizi fruiti.
In sostanza, la classifica spiega cosa offre l’azienda, non come lo offre, rimandando alle politiche promozionali degli operatori e delle associazioni di categoria il compito di promuovere e differenziare al meglio l’offerta agrituristica.
Bisogna ricordare che, al momento, il sistema di classificazione si applica alle sole aziende che offrono l’ospitalità.
Alla griglia di valutazione, valida per l’intero territorio nazionale, è associata una scheda metodologica che riporta una procedura di applicazione dei requisiti per consentire l’opportuna personalizzazione del sistema di classificazione a livello regionale, nel rispetto e a garanzia delle peculiarità locali, come previsto dallo stesso art. 9 della legge.
Il provvedimento ministeriale fornisce anche un marchio nazionale dell’agriturismo che include un modulo grafico di indicazione della classifica; in tal modo,come gli alberghi, anche gli agriturismi saranno classificati in cinque categorie.
Il logo ha come obiettivo la riconoscibilità da parte del consumatore delle autentiche caratteristiche dell’agriturismo italiano.
Il marchio “agriturismo Italia” e il sistema nazionale di classificazione sono strumenti importanti per:
- identificare con chiarezza le aziende agrituristiche;
- realizzare una maggiore trasparenza del mercato;
- migliorare la qualità dell’offerta;
- favorire l’inserimento dell’agriturismo nei grandi sistemi promo-commercializzazione.
Il logo potrà essere utilizzato dalle imprese agrituristiche italiane in regola con i requisiti di legge, in accordo e secondo le procedure stabilite delle Amministrazioni Regionali e Province Autonome competenti per territorio.
Il decreto stabilisce all’art. 2 che entro 12 mesi dovrà essere emanato un provvedimento ministeriale con il quale saranno definite le modalità di utilizzo del marchio.
Sarà importante riuscire a definire in questo lasso di tempo un programma operativo in grado di fornire alle Amministrazioni regionali gli strumenti per una corretta applicazione del marchio. In tal senso l’utilizzo del marchio nazionale non potrà prescindere dalla presenza di una procedura di controllo e dall’adozione del repertorio degli agriturismi.
In Italia, l’agriturismo nel 2011 è arrivato ad interessare più di 20 mila aziende agricole, per 215 mila posti letto, 9.500 piazzole per campeggio, 400 mila posti tavola. Negli ultimi dieci anni, gli agriturismi sono quasi raddoppiati di numero, caratterizzandosi sempre più anche per l’offerta di attività didattiche, passeggiate a cavallo, escursioni in bicicletta, degustazioni guidate di specialità agroalimentari tradizionali.
E’ importante sottolineare che il settore agrituristico continua ad alimentare anche il motore del turismo enogastronomico, componente sempre più importante dell’offerta turistica made in Italy.
Scarica il testo del decreto (5.37 MB)
(Fonte: Pietro Schipani – PianetaPSR numero 19 marzo 2013)
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!